Il problema è che non aveva il distintivo – Guida pratica alla 3ª domenica di Quaresima

Non è l’abito scuro, non è la pistola (scura), non sono gli occhiali (scuri, ovviamente), non è l’auto (nera?)… nulla di tutto ciò dà loro tanto fascino da abusarne in ogni serie tv americana.

Gli agenti dell’FBI.

Chissene della loro competenza e della loro giurisdizione: basta che aprano il portafoglio esibendo uno di quei distintivi scintillanti con sotto quelle 3 letterine e ogni porta è aperta. O al massimo la si sfonda.
Non c’è polizia che tenga.

Ti fai da parte anche solo perché loro possono, loro sanno, tu… forse… ma non hai le credenziali, non hai potere, nessuno te l’ha chiesto.

Siamo afoni che non hanno il coraggio di urlare. O solo smemorati: ci dimentichiamo di avere una voce quando serve.
Più forte del dito medio contro la faccia è il dito indice che incrocia le labbra.
Zitto.
E se non stai zitto con un dito, ti tappano la bocca con la mano.

È che tu proprio non hai voce in capitolo.

 

Ed è proprio quello che succede a Gesù in questo capitolo della sua storia:

“Chi ti credi di essere?”

“Non hai ancora cinquant’anni e hai visto Abramo?”

Sta’ buono, sta’ al tuo posto, abbassa la cresta.

Questo vuole sfondarti la porta dell’anima senza un mandato.

Ce li vedo lì a fargli anche i versi mentre parla, risatine su risatine, a guardarlo dall’alto al basso; alcuni anche a dargli le spalle, perché tutti vogliono farsi toccare il cuore, ma nessuno vuol sentirsi dire che batte per qualcosa che vale poco o niente.

Avv., dott., ing., rag., prof., S.E., V.E., On., don, cavaliere, sig.… Sigle.
Che se le leggi di filato sembra che tu non sia in grado di articolare i suoni, come un televisore rotto.
Sigle o armi a doppio taglio: proiettili che ammazzano le conversazioni, che creano distacco, che ti danno potere, che ti fanno guadagnare un microfono, magari su una poltrona rialzata, con una bottiglietta d’acqua davanti, senza scritte… riverenze ed inchini; e allo stesso tempo ti chiamano ad una responsabilità: tutti si aspettano soluzioni da te, non dubbi.

 

Ecco, agli occhi dei Giudei, Gesù è il perfetto sig. Nessuno.
Uno che non importa quello che dice, ma importa quello che c’è scritto sul suo biglietto da visita prima del nome. Uno che, anche se parla bene e ne sa, non si è ancora fatto il nome.
Magari se la mena pure.

Oggi come allora, l’impressione è che tutti abbiano voglia di commentare, che la vita sia come un eterno post di Facebook cui apporre il proprio mi piace e il proprio commento più o meno pertinente, ma che non tutti siano degni di una telecamera.

Non tutti sono abbastanza.

“Chi ti credi di essere?”

Basta questa domanda. Credi e essere.

In questo brano di Vangelo, tutti siamo chiamati a commentare: perché esiste solo chi crede di essere abbastanza per esserci.
Esiste solo chi crede, almeno in se stesso.

I titoli lasciateli al cinema: in coda.

(E lo so che appena finisce il film vi alzate e non rimanete a leggerli.)

 

Lettura del Vangelo secondo Giovanni 8, 31-59

In quel tempo. Il Signore Gesù disse a quei Giudei che gli avevano creduto: «Se rimanete nella mia parola, siete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi».

Gli risposero: «Noi siamo discendenti di Abramo e non siamo mai stati schiavi di nessuno. Come puoi dire: “Diventerete liberi”?». Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: chiunque commette il peccato è schiavo del peccato. Ora, lo schiavo non resta per sempre nella casa; il figlio vi resta per sempre. Se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero. So che siete discendenti di Abramo. Ma intanto cercate di uccidermi perché la mia parola non trova accoglienza in voi. Io dico quello che ho visto presso il Padre; anche voi dunque fate quello che avete ascoltato dal padre vostro».

Gli risposero: «Il padre nostro è Abramo». Disse loro Gesù: «Se foste figli di Abramo, fareste le opere di Abramo. Ora invece voi cercate di uccidere me, un uomo che vi ha detto la verità udita da Dio. Questo, Abramo non l’ha fatto. Voi fate le opere del padre vostro».

Gli risposero allora: «Noi non siamo nati da prostituzione; abbiamo un solo padre: Dio!».

Disse loro Gesù: «Se Dio fosse vostro padre, mi amereste, perché da Dio sono uscito e vengo; non sono venuto da me stesso, ma lui mi ha mandato. Per quale motivo non comprendete il mio linguaggio? Perché non potete dare ascolto alla mia parola. Voi avete per padre il diavolo e volete compiere i desideri del padre vostro. Egli era omicida fin da principio e non stava saldo nella verità, perché in lui non c’è verità. Quando dice il falso, dice ciò che è suo, perché è menzognero e padre della menzogna. A me, invece, voi non credete, perché dico la verità. Chi di voi può dimostrare che ho peccato? Se dico la verità, perché non mi credete? Chi è da Dio ascolta le parole di Dio. Per questo voi non ascoltate: perché non siete da Dio».

Gli risposero i Giudei: «Non abbiamo forse ragione di dire che tu sei un Samaritano e un indemoniato?».

Rispose Gesù: «Io non sono indemoniato: io onoro il Padre mio, ma voi non onorate me. Io non cerco la mia gloria; vi è chi la cerca, e giudica. In verità, in verità io vi dico: se uno osserva la mia parola, non vedrà la morte in eterno». Gli dissero allora i Giudei: «Ora sappiamo che sei indemoniato. Abramo è morto, come anche i profeti, e tu dici: “Se uno osserva la mia parola, non sperimenterà la morte in eterno”. Sei tu più grande del nostro padre Abramo, che è morto? Anche i profeti sono morti. Chi credi di essere?».

Rispose Gesù: «Se io glorificassi me stesso, la mia gloria sarebbe nulla. Chi mi glorifica è il Padre mio, del quale voi dite: “È nostro Dio!”, e non lo conoscete. Io invece lo conosco. Se dicessi che non lo conosco, sarei come voi: un mentitore. Ma io lo conosco e osservo la sua parola. Abramo, vostro padre, esultò nella speranza di vedere il mio giorno; lo vide e fu pieno di gioia».

Allora i Giudei gli dissero: «Non hai ancora cinquant’anni e hai visto Abramo?». Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: prima che Abramo fosse, Io Sono». Allora raccolsero delle pietre per gettarle contro di lui; ma Gesù si nascose e uscì dal tempio.

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