La Grande Bellezza è un piccione maculato

Sperém

 A Milano diciamo così.

La speranza non è forse La Grande Bellezza che fa da colluttorio per sciacquarci la bocca in questi giorni, ma è una Bellezza grande.

È la bellezza di chi crede.

E forse, un po’, è la Bellezza che tiene vivo il protagonista del film, che un po’ siamo tutti noi.

E come ti racconto la speranza?

La speranza è quel piccione maculato che si rannicchiava in un angolo del sottotetto di casa mia e che provava ad aprire la sua ala spezzata:
ancora,
e ancora,
e ancora,
e ancora,
come se d’un tratto l’aria decidesse di diventare elastica e di spararlo di nuovo su nel cielo, come se potesse mettere in pausa la forza di gravità.
E così ad ogni ora, per 7 giorni, lo vedevo provarci e sentivo il rumore dell’aria che s’intonava col rumore del mio respiro: come me a volte di corsa e a volte si concentrava più profondo.

“Lascialo perdere, è tanto di guadagnato se non ce la fa a volare di nuovo. Uno in meno.”

 

E 2 anni dopo, nel mezzo di quel film alla tv, tra una manciata e l’altra di cipster, mi alzo e dico

“no, quel piccione è la speranza e a volte la speranza sembra tanto di guadagnato lasciarla perdere tranne che per quelli che sperano”

E va a finire che, a pensarci bene, tutti sperano in qualcosa.
Anzichè essercene uno in meno ce n’è sempre uno di troppo.

 

La verità è che io faccio finta di essere fin troppo cinico, ma sono un sognatore che è terrorizzato all’idea di voler qualcosa che non potrà mai avere.
Alle volte mi sembra di non avere un piano di volo, ma solo un granellino di sabbia che mi separa da una cosa che possa avvicinarsi ad essere definita Bella e allora mi dico

perché non spiegare le ali, scontrandomi con l’aria vuota che le separa?

Vuota come sono vuoti gli alibi che mi invitano a lasciar perdere.

 

Il punto è che è un problema tuo se non riesci a vedere che è il fiume che in realtà raggiunge la vetta, come fa il salmone, o come un piccione con l’ala rotta, che spera che le cose vadano solo a migliorare d’ora in poi, che anche se la discesa è più facile, la salita porta in alto e che, al resto, ci pensano i miracoli.
Tutti i giorni.

 

Forse è meglio lasciar perdere la speranza, finché la speranza è lì a suggerirti di non esser pronto a nient’altro che a perdere tutto e forse è questo quello che ti chiede, ma io credo nella speranza che vola, come un piccolo piccione maculato che provava a spostare l’aria dal mio sottotetto per 7 giorni e che l’8° giorno non c’era più.

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