La Samaritana è un angelo – Guida pratica alla 2ª domenica di Quaresima

Come si fa a non amarle?
Con tutta la retorica del caso, quel ruffiano di Ligabue diceva che le donne conoscono posti in cui non vai, ma conoscono anche quelli in cui vai. 
Tipo un pozzo.

Ce ne sono alcune, poi, che non perdono tempo: vanno dritte al dunque, ti prendono in contropiede, ti smarcano, ti sorprendono anche solo chiamandoti per nome e sembra siano davvero nate pronte.
Sono quelle che ti fanno combattere delle battaglie mentali solo per capire come non risultare quantomeno banale e prevedibile.

La samaritana era una che sapeva il fatto suo: non è proprio così facile sentirsi dire sì, per sempre da 6 uomini. 6 anime che hanno deciso di donarsi definitivamente ad una sola. E non è che la serietà dei rapporti a quel tempo fosse come quella di oggi: non c’erano così tante coppie in grado di far impallidire la velocità con cui Tarzan cambiava le sue liane.

E non basta aver sete a fermare il suo istinto predatore.
Anzi diventa proprio l’occasione per provarci. Saziare il bisogno di sentirsi rigenerata, di risentirsi viva: apprezzata da un perfetto sconosciuto e rinfrescata dall’acqua.

«Dammi quest’acqua, perché io non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua.»

Gesù non è propriamente scemo e anche lui sa il fatto suo.
Dal suo “Dammi da bere”, senza un “ciao”, senza un “piacere, Gesù”… va a finire che è lei a chiedergli l’acqua.

Chissà quante altre volte sarà capitato. Con quel suo fare da donna intraprendente e che sa cosa vuole e come la vuole, ci saranno stati tanti e tanti uomini pronti perfino a portale a casa botti intere d’acqua. Troppi!

Questo no.

Questo addirittura le ricorda che a casa c’è qualcuno che la aspetta: roba da inibire persino le più temerarie.
Questo la denuda, la disarciona da cavallo, la scansiona, è invasivo, ma non è invadente.
E lo fa da perfetto gentleman: senza neanche sfiorarla. Da far invidia anche ai fiori.

La vita eterna le promette.
Una che vive il momento, che spera di avere una vita spericolata, che se ne frega, che se ne farà mai di un’eternità? Come si manterrà il suo fascino?

Quando hai sete di Coca cola, non è che va bene anche il tè al limone: questa aveva sete di acqua.
Che odio quando rilanciano con qualcos’altro.

“Ti ho detto acqua!”

Eppure l’ha conquistata. La fame d’amore ha sopraffatto la sete di acqua fresca.
E quando credi di avere un bisogno disperato e ti affanni per colmarlo, ma ti ritrovi poi a scoprire che hai una voragine dentro ben più desolata, per la quale non eri ancora pronto a combattere, che non immaginavi ti stesse mangiando giorno dopo giorno, aprire la finestra della tua anima brucia gli occhi. Fa male da stare male.

Non mi stupirebbe immaginarla piangere.
Immaginare che l’acqua che lei andava cercando stesse sgorgando come una cascata dai suoi occhi.

La samaritana la immagino bella, bella da impazzire. Anche Gesù deve aver avuto qualche difficoltà. Dev’esser stata una che toglie il fiato, una, che, diresti, è di un altro mondo. L’avrà “salvato” la dimestichezza con gli angeli.
Oggi probabilmente sarebbe un “angelo” già in Terra: sfilerebbe per Victoria’s secret.

Io avrei dato di matto.

Sarà che Gesù se le cerca col lanternino, ma poi se le conquista sempre a-tu-per-tu.
Viene a prenderti lì dove c’è il tuo bisogno e ti fa un’offerta che davvero non puoi rifiutare.

Un’offerta tipo l’eternità.

Cercasi no perditempo.

 

Lettura del Vangelo secondo Giovanni 4, 5-42

In quel tempo. Il Signore Gesù giunse a una città della Samaria chiamata Sicar, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: qui c’era un pozzo di Giacobbe.

Gesù dunque, affaticato per il viaggio, sedeva presso il pozzo. Era circa mezzogiorno. Giunge una donna samaritana ad attingere acqua. Le dice Gesù: «Dammi da bere». I suoi discepoli erano andati in città a fare provvista di cibi.

Allora la donna samaritana gli dice: «Come mai tu, che sei giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?». I Giudei infatti non hanno rapporti con i Samaritani. Gesù le risponde: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: “Dammi da bere!”, tu avresti chiesto a lui ed egli ti avrebbe dato acqua viva». Gli dice la donna: «Signore, non hai un secchio e il pozzo è profondo; da dove prendi dunque quest’acqua viva? Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede il pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo bestiame?». Gesù le risponde: «Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete; ma chi berrà dell’acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno. Anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna».

«Signore – gli dice la donna –, dammi quest’acqua, perché io non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua». Le dice: «Va’ a chiamare tuo marito e ritorna qui». Gli risponde la donna: «Io non ho marito». Le dice Gesù: «Hai detto bene: “Io non ho marito”. Infatti hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito; in questo hai detto il vero». Gli replica la donna: «Signore, vedo che tu sei un profeta! I nostri padri hanno adorato su questo monte; voi invece dite che è a Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare». Gesù le dice: «Credimi, donna, viene l’ora in cui né su questo monte né a Gerusalemme adorerete il Padre. Voi adorate ciò che non conoscete, noi adoriamo ciò che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei. Ma viene l’ora – ed è questa – in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità: così infatti il Padre vuole che siano quelli che lo adorano. Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorare in spirito e verità». Gli rispose la donna: «So che deve venire il Messia, chiamato Cristo: quando egli verrà, ci annuncerà ogni cosa». Le dice Gesù: «Sono io, che parlo con te».

In quel momento giunsero i suoi discepoli e si meravigliavano che parlasse con una donna. Nessuno tuttavia disse: «Che cosa cerchi?», o: «Di che cosa parli con lei?».

La donna intanto lasciò la sua anfora, andò in città e disse alla gente: «Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto. Che sia lui il Cristo?». Uscirono dalla città e andavano da lui.

Intanto i discepoli lo pregavano: «Rabbì, mangia». Ma egli rispose loro: «Io ho da mangiare un cibo che voi non conoscete». E i discepoli si domandavano l’un l’altro: «Qualcuno gli ha forse portato da mangiare?». Gesù disse loro: «Il mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e compiere la sua opera. Voi non dite forse: “Ancora quattro mesi e poi viene la mietitura”? Ecco, io vi dico: alzate i vostri occhi e guardate i campi che già biondeggiano per la mietitura. Chi miete riceve il salario e raccoglie frutto per la vita eterna, perché chi semina gioisca insieme a chi miete. In questo infatti si dimostra vero il proverbio: uno semina e l’altro miete. Io vi ho mandati a mietere ciò per cui non avete faticato; altri hanno faticato e voi siete subentrati nella loro fatica».
Molti Samaritani di quella città credettero in lui per la parola della donna, che testimoniava: «Mi ha detto tutto quello che ho fatto». E quando i Samaritani giunsero da lui, lo pregavano di rimanere da loro ed egli rimase là due giorni. Molti di più credettero per la sua parola e alla donna dicevano: «Non è più per i tuoi discorsi che noi crediamo, ma perché noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è veramente il salvatore del mondo».

Comments

comments

Rispondi