Dall’altra parte

Almeno una volta nella vita capita a tutti.
Tiri su lo sguardo e ti vien da parlarle.
Le affidi speranze, sogni, aspettative, idee, progetti, desideri; un nome, un volto, una storia, un ricordo.
La Luna resta là: sola, sempre disponibile, sempre per tutti, sempre senza la fretta di andar via.
Le stelle son troppo lontane per esserle amiche.
Brillano di un’altra luce.

A volte è più grande, a volte più lontana.
A volte si libra leggera nell’aria, a volte pesa fino all’orizzonte.
Non fa rumore. Non giudica, non si stanca.

Osserva da lassù ladri ed amanti: son quelli che abitano la notte.

A volte si nasconde, ma la vedi lo stesso, dipinta di nero.
A volte si ferma per colazione o viene a far visita prima del tramonto.
A volta è la tua àncora nell’immensità, a volte è solo il lampione del mondo.

Eppure anche lei non ce la fa: ci mostra sempre la stessa faccia. Quella luminosa, quella che non dice mai no, quella che si trattiene di fronte al grido di chi ha paura di quello che verrà, quella che non si sporca, che non ha freddo, che non ha da faticare per brillare di Sole.
Ci taglia fuori.
Non vuole farci vedere che forma ha, non vuole farsi vedere.
Forse siamo troppo concentrati su di noi.
Forse non siamo abbastanza concentrati su di lei.
Forse è che non amiamo la Luna, ma ci resta solo lei.
Forse ci fa troppo male il collo per stare ancora un po’ a capirla.
Forse è troppo difficile così.

Non so cosa ci sia di là, ma so che, se lo tiene per sé, è perché forse ci vuole più attenti.
Più vivi, più presenti, più liberi.

Stasera ho un’ora in meno per godermela, ma spero che sia una di quelle sere in cui se ne frega e prende tutto il Sole che c’è e ci sarà.

Non è un caso che Pasqua cada la domenica dopo la prima Luna piena di primavera.
E non è un caso che Pasqua, per chi ci crede sia il vero inizio di anno.
Pasqua è un invito a cambiare, a ripartire, ad ascoltare.
È un invito a non chiudere gli occhi.
È un invito a non aver paura della faccia di là.
È un invito a lasciar brillare il buio dall’altra parte.
È un invito ad aver a cuore il buio.

Luna, vengo a cercarti: porto con me il mio buio.
Tu portami un po’ di Sole che io proverò ad accendere il tuo buio con una candela.
E non avremo più paura.
Forse di là sei ancora più bella.

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